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mercoledì 3 marzo 2010

RENATO DE PAOLI : "Chi può salvarci da questo etnocidio" ?

Ciao Federico, cosa pensi di questa bozza programmatica per le elezioni 2010? Cosa aggiungeresti ? Cosa toglieresti ?
- Rilanciare un ruolo autonomo del Veneto in Europa
- Rapporto federativo del Veneto con l’Italia e con l’Europa, ritornando ai Veneti il loro diritto storico all’autonomia e all’autogoverno
- Salvaguardare e valorizzare la cultura veneta; inserimento dello studio della letteratura veneta nei programmi scolastici
- Trattenere e investire tutte le tasse e le imposte venete nella società e nei territori veneti
- Magistratura, Prefetti, Questori, Autorità scolastiche e Dirigenze amministrative tutte di nomina veneta
- Concorsi pubblici con priorità ai residenti nel Veneto
Ciao
Albert Gardin (lista "Indipendenza Veneta")

 RE. VENETA 
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RENATO DE PAOLI
ELEZIONI 28 29 MAGGIO 2010
 ISOLE SPARSE VERONESI 
PALO AVI BENACESE SCUMIZIO (MINCIO) TION TARTARO TREGNON SANOA MENAGO LAVEGNO PIGANZO BUSSE' ADESE TORAZO FRATA GUA

Lettera di Federico M.
Caro Albert, io partirei da un presupposto fondamentale: Veneto quale Libera Unione  di Individui e Comuni in un'Italia Repubblica Federale parte di un' Europa Confederazione di  Popoli... tutti organizzati  in  Federazioni.
Il "Veneto", quindi, andrebbe ridefinito in quanto  "spazio" in cui si riconoscono individui  raggruppati in Comuni sulla base di un'identità, cioè valori+esperienze, condivisa:  da notare che questa indentità non è "data", ma scelta.
Ri-ceato il Veneto su questa base, si puà passare alla fase successiva, quella dell'Italia Federale...
Va bene inserire lingua e letteratura veneta nei programmi scolastici, trattenere imposte e tasse, anche decentrare la nomina dei pubblici funzionari, ma se il tutto avviene nel quadro generale di  uno Stato Centralizzato cui con molta fatica e infinite parzialità vengono sottratte competenze, la sensazione è quella di un puro e semplice assalto alla diligenza" del potere e dei soldi senza che alle spalle vi sia poi una visione del futuro. E invece, ritengo, proprio di questo oggi ci sia più che mai bisogno: una meta cui tendere, che non può limitarsi all'amministrazione del quotidiano. Il tutto, poi, s'inserirà da sè nel nuovo quadro d'insieme.
Comunque, di questi e altri argomenti simili avrei intenzione di parlare venerdì prossimo3.7 dalle 20 alle 22 approfittando dell'invito che mi ha rivolto Radio Vanessa, fm 105,4 per Venezia e 100,4 per Mestre, la cui linea telefonica sarà disponibile per eventuali interventi e "provocazioni". Potrebbe essere una buona occasione per discuterne un po'.
Spero di esserti stato in qualche modo utile.
ciao e a presto
Venezia, 30 giugno 2009
Federico

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Albert Gardin: risposta a Federico MORO.
È difficile risponderti punto su punto, ti risponderò dunque a grandi linee.
Il Veneto non lo inventiamo noi ma è uno "stato" reale, un'esperienza collettiva di secoli.
L'Italia è un artifizio, un progetto politico; il Veneto no, è una realtà storica e di popolo. Non possiamo inventare il Veneto, cioè rifarlo nuovo perché altrimenti si dovrebbe cancellare quello reale e storico.
È l'Italia (come le occupazioni francesi e austriache) che necessita la morte del Veneto. I Francesi hanno escogitato la Repubblica Cisalpina e gli Austriaci il Regno Lombardo-Veneto, l'Italia ha completato il quadro riducendo il Veneto in Regione d'Italia.
Certo, anch'io sono federalista e favorevole a tutte le collaborazioni internazionali possibili e immaginabili, ma esigo che il Veneto ritorni ad essere se stesso, riprenda a camminare con le sue gambe, ad essere soggetto politico indipendente secondo la sua storia.
Dunque sì a tutte le federazioni immaginabili e possibili ma da soggetti pari e non da schiavi tirati per la catena.
Follia? Anche il bambino che rideva per la nudità del re era "folle"! Infatti restiamo stupidamente complici della cancellazione della nostra storia e della nostra cultura.
I Veneti "italianizzati" conoscono la loro storia? Sanno di averne una o la confondono con quella dei Romani o dei "Piemontesi" ? Chi può salvarci da questo etnocidio ? Rido davanti alla mobilitazione trasversale e "sentita" per l'indipendenza del Tibet. Il nostro non è un caso simile ed altrettanto drammatico? Purtroppo non riusciamo a capirlo.
Personalmente coltivo questa rivolta da sempre, avevo quindici anni quando ho incominciato a promi questi problemi. Oggi, più libero da intrighi e di fronte all'insuccesso totale di altre esperienze politiche, ho deciso di entrare in scena un po' come Giovanna d'Arco che non ha accettato la passività o la rassegnazione dei Francesi di fronte all'invasore.
Qui c'è bisogno di una "marcia del sale" per suscitare la rivolta veneta, una rivolta cìvile che rimetta le cose secondo diritto. Eravamo un popolo libero e civilissimo, dobbiamo tornare alla nostra libertà. Libertà, indipendenza che non significa chiusura o isolamento ma rispetto di sé e degli altri gabbati come noi.
Ecco a grandi linee una mia risposta alle tue osservazioni.
Ciao
Venezia, 30 giugno 2009
Albert Gardin

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1 commento:

  1. Cartolina postale spedita dal grande Poeta de le Isole Sparse, Donadoni, che ringrazia la scrittice Lanza Rosa e l'artista Paolo De Paoli per la sincera e cordiale ospitalità ricevuta, in occasione della presentazione del Poeta Sengor, "il poeta della negritudine" con dissertazione sul tema dello stesso Donadoni, svolta al Museo Fioroni in Isola Legnago

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